25 Set 2025, Gio

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Nel sogno narrato da Don Bosco nella Cronaca dell’Oratorio, datato 30 maggio, la devozione mariana diventa un vivido giudizio simbolico sui giovani dell’Oratorio: un corteo di ragazzi si presenta, ciascuno con un dono, davanti a un altare splendidamente ornato per la Vergine. Un angelo, custode della comunità, accoglie o respinge le offerte, svelandone il significato morale – fiori profumati o appassiti, spine di disobbedienza, animali che incarnano vizi gravi come impurità, furto e scandalo. Nel cuore della visione risuona il messaggio educativo di Don Bosco: umiltà, obbedienza e castità sono i tre pilastri per meritare la corona di rose di Maria.


Il Servo di Dio si consolava colla divozione a Maria SS., onorata nel mese di Maggio da tutta la comunità in modo speciale. Dei suoi discorsetti serali, la Cronaca ci ha conservato solamente quello del giorno 30 del mese, il quale però è sommamente prezioso.

30 maggio

            Vidi un grande altare dedicato a Maria ed ornato magnificamente. Vidi tutti i giovani dell’Oratorio i quali in processione si avanzavano verso di esso. Cantavano le lodi della Vergine Celeste, ma non tutti allo stesso modo benché cantassero la stessa canzone. Molti cantavano veramente bene e con precisione di battuta e di questi quale più forte e quale più piano. Altri cantavano con voci pessime e roche, altri stonavano, altri venivano innanzi silenziosi e si staccavano dalla fila, altri sbadigliavano e parevano annoiati; altri si urtavano e se la ridevano fra di loro. Tutti poi portavano dei doni da offrire a Maria. Tutti avevano un mazzo di fiori, quale più grosso e quale più piccolo e diversi gli uni dagli altri. Chi aveva un mazzo di rose, chi di garofani, chi di violette, ecc. Altri poi portavano alla Vergine dei doni proprio strani. Chi portava una testa di porcello, chi un gatto, chi un piatto di rospi, chi un coniglio, chi un agnello od altre offerte.
            Un bel giovane stava davanti all’altare, il quale a considerarlo attentamente si vedeva che dietro le spalle aveva le ali. Era forse l’Angelo Custode dell’Oratorio, il quale di mano in mano che i giovani offrivano i loro doni, li riceveva e li poneva sull’altare.
            I primi offrirono magnifici mazzi di fiori e l’angelo senza dir nulla li posò sull’altare. Molti altri porsero i loro mazzi. Esso li guardò; sciolse il mazzo, ne fece togliere alcuni fiori guasti che cacciò via, e ricomposto il mazzo, lo posò sull’altare. Ad altri che avevano nel loro mazzo fiori belli ma senza odore, come sarebbero le dalie, le camelie, ecc. l’Angelo fece togliere via anche questi, perché Maria vuol la realtà e non l’apparenza. E così rifatto il mazzo, l’Angelo l’offerse alla Vergine. Molti tra i fiori avevano delle spine, poche o molte, ed altri dei chiodi, e l’Angelo tolse questi e quelle.
            Venne finalmente colui che portava il porcello e l’Angelo gli disse: – Hai tu coraggio di venir ad offrire questo dono a Maria? Sai che cosa significa il porco? Significa il brutto vizio dell’impurità, Maria che è tutta pura non può sopportare questo peccato. Ritirati adunque, che non sei degno di stare davanti a lei.
            Vennero gli altri che avevano un gatto e l’Angelo disse loro:
            – Anche voi osate portare a Maria questi doni? Sapete che cosa significa il gatto? Esso è figura del furto e voi l’offrite alla Vergine? Sono ladri coloro che prendono danari, roba, libri ai compagni, coloro che rubano commestibili all’Oratorio, che stracciano le vesti per dispetto, che sciupano i denari dei parenti non studiando. – E li fece ritirare anch’essi in disparte.
            Vennero coloro che avevano i piatti di rospi e l’Angelo guardandoli sdegnato:
            – I rospi simboleggiano i vergognosi peccati di scandalo e voi venite ad offrirli alla Vergine? Andate indietro; ritiratevi cogli altri indegni. – E si ritirarono confusi.
            Alcuni s’avanzavano con un coltello piantato nel cuore. Quel coltello significava i sacrilegi. E l’Angelo disse loro:
            – Non vedete che avete la morte nell’anima? che se siete in vita è una speciale misericordia di Dio? altrimenti sareste perduti. Per carità fatevelo cavare quel coltello! – Ed anche costoro furono respinti.
            A poco a poco tutti gli altri giovani si avvicinarono. Chi offrì agnelli, chi conigli, chi pesci, chi noci, chi uva, ecc., ecc. L’Angelo accettò tutto e mise tutto sull’altare. E dopo aver così divisi i giovani, i buoni dai cattivi, fece schierare tutti coloro i cui doni erano stati accetti a Maria, davanti all’altare; e coloro che erano stati messi da parte furono con mio dolore molto più numerosi di quello che credeva.
            Allora da una parte e dall’altra dell’altare comparvero due altri angioli, i quali sorreggevano due ricchissime ceste piene di magnifiche corone, composte di rose stupende. Queste rose non erano propriamente rose terrene, sebbene come artificiali, simbolo dell’immortalità.
            E l’Angelo Custode prese quelle corone una per una e ne incorono tutti i giovani che erano schierati innanzi all’altare. Fra queste corone ve ne erano delle più grandi e delle più piccole, ma tutte di una bellezza ammirabile. Notate anche che non v’erano i soli attuali giovani della casa, ma sebbene molti altri che io non aveva mai visti. Or bene accadde una cosa mirabile! Vi erano dei giovani così brutti di fisonomia che quasi mettevano schifo e ribrezzo; a costoro toccarono le più belle corone, segno che ad un esteriore così brutto suppliva il dono, la virtù della castità, in grado eminente. Molti altri avevano, pure la stessa virtù, ma in grado meno eminente. Molti si distinguevano per altre virtù, come l’obbedienza, l’umiltà, l’amor di Dio, e tutti in proporzione dell’eminenza di queste virtù avevano proporzionate corone. E l’Angelo disse loro:
            – Maria oggi ha voluto che voi foste incoronati di così belle rose. Ricordatevi però di continuare in modo che non vi vengano tolte. Tre sono i mezzi per conservarle. Praticate: 1° L’umiltà; 2° l’ubbidienza; 3° la castità: tre virtù le quali vi renderanno sempre accetti a Maria e un giorno vi faranno degni di ricevere una corona infinitamente più bella di questa.
            Allora i giovani incominciarono a intonare davanti all’altare l’Ave, Maris stella (Ave stella del mare).
            E, cantata la prima strofa, in processione come erano venuti, si mossero per partire, mettendosi a cantare la canzone: Lodate, Maria! con voci così forti che io ne restai sbalordito e meravigliato. Li seguii ancora per qualche tratto e poi tornai indietro per vedere i giovani che l’Angelo aveva messi da parte: ma più non li vidi.
            Miei cari! Io so quali furono quelli incoronati e quali quelli scacciati dall’Angelo. Lo dirò ai singoli, acciocché procurino di portare alla Vergine doni che essa si degni di accettare.
            Intanto alcune osservazioni. -La prima: Tutti portavano fiori alla Vergine, e dei fiori ve ne erano di tutte le qualità, ma osservai che tutti chi più, chi meno, in mezzo ai fiori avevano delle spine. Pensai e ripensai che cosa significassero quelle spine e trovai che realmente significavano la disobbedienza. Tener danari senza licenza e senza volerli consegnare al Prefetto; domandar permesso di andare in un sito e poi andare in un altro; andare a scuola più tardi e quando è già qualche tempo che gli altri vi si trovano; fare insalate e altre merende clandestine; andare nelle camerate altrui quando assolutamente è proibito, qualunque motivo o pretesto possiate avere; alzarsi tardi alla levata; lasciare le pratiche di pietà prescritte; ciarlare quando è tempo di far silenzio; comprar libri senza farli vedere; mandar lettere senza licenza, per mezzo di terza persona, acciocché non siano viste e riceverne collo stesso mezzo; far contratti, compre e vendite, l’un l’altro; ecco che cosa significano le spine. Molti di voi domanderanno: è dunque peccato trasgredire le regole della casa? Pensai già seriamente a questa questione e vi rispondo assolutamente di sì. Non vi dico sia grave o leggero: bisogna regolarsi dalle circostanze, ma peccato lo è. Qualcheduno mi dirà; ma nella legge di Dio non vi è che noi dobbiamo obbedire alle regole della casa! Ascoltate: vi è nei comandamenti: – Onora il padre e la madre! – Sapete che cosa vogliono dire quelle parole padre e madre? Comprendono anche chi ne fa le veci. Non sta anche scritto nella S. Scrittura: Oboedite praepositis vestris? (obbedite ai vostri superiori, Eb 13,17) Se voi dovete obbedire, è naturale che essi abbiano a comandare. Ecco l’origine delle regole d’un Oratorio, ed ecco se siano obbligatorie sì o no.
            Seconda osservazione. – Alcuni avevano in mezzo ai loro fiori dei chiodi, chiodi che avevano servito ad inchiodare il buon Gesù. E come? Si incomincia sempre dalle cose piccole e poi si viene alle grandi. Quel tale voleva aver danari per secondare i suoi ghiribizzi; quindi, per spenderli a modo suo, non volle consegnarli; poi incominciò a vendere i suoi libri di scuola e finì col rubacchiare danari e roba ai compagni. Quell’altro voleva solleticare la gola, quindi bottiglie, ecc. poi si permise licenze, insomma cadde in peccato mortale. Ecco come si trovarono in quei mazzi i chiodi, ecco come il buon Gesù venne crocifisso. Lo dice l’Apostolo che i peccati tornano a porre in croce il Salvatore: Rursus crucifigentes filium Dei (crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio, Eb 6,6).
            Terza osservazione. – Molti giovani avevano tra i fiori freschi e odorosi dei loro mazzi anche dei fiori guasti e marci o dei fiori belli senza odore. Quelli significavano le opere buone ma fatte in peccato mortale, opere che a nulla giovano per accrescere i meriti loro: i fiori poi senza odore sono le opere buone ma fatte per fini umani, per ambizione, solamente per piacere ai maestri e ai superiori. Quindi l’Angelo li rimproverava che osassero portare a Maria simili offerte e li rimandava indietro ad accomodare il loro mazzo. Essi si ritiravano, lo disfacevano, toglievano i fiori guasti e poi, ordinati di nuovo i fiori, li legavano come prima e li riportavano all’Angelo il quale allora li accettava e li poneva sulla mensa. Questi poi nel ritornare non seguivano più alcun ordine, ma appena erano pronti, chi prima chi dopo, ciascuno riportava il suo mazzo e si andava a collocare con quelli che dovevano ricevere la corona.
            Io vidi in questo sogno tutto ciò che fu e che sarà dei miei giovani. A molti l’ho già detto, agli altri lo dirò. Voi intanto procurate che questa Vergine Celeste da voi riceva sempre doni che non abbiano mai ad essere rifiutati.
(MB VIII, 129-132)


Foto di apertura: Carlo Acutis durante una visita al Santuario mariano di Fátima.