25 Set 2025, Gio

Beato Michele Rua. La Consacrazione della nostra Pia Società al Sacro Cuore di Gesù

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Lo scorso 24 ottobre, il Santo Padre ha voluto rinnovare la devozione al Sacro Cuore di Gesù attraverso la pubblicazione dell’enciclica Dilexit nos, in cui ha illustrato le ragioni di questa scelta:

“Alcuni si domandano se esso abbia un significato tuttora valido. Ma quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore.”

Anche noi desideriamo sottolineare il valore di questa devozione, profondamente radicata nella tradizione salesiana. Don Bosco, ispirato dalla spiritualità di San Francesco di Sales, era profondamente consapevole della devozione al Sacro Cuore, promossa da una delle figlie di San Francesco, la visitandina Santa Margherita Maria Alacoque. Questa devozione è stata per lui una fonte continua di ispirazione, e ci proponiamo di approfondirla in una serie di articoli futuri. Basti, per ora, ricordare lo stemma salesiano, nel quale Don Bosco volle inserire il Sacro Cuore, e la basilica romana dedicata al Sacro Cuore di Gesù, che egli stesso si impegnò a far costruire a Roma, spendendo tempo, energie e risorse.

Il suo successore, il Beato Michele Rua, proseguì sulla scia del fondatore, coltivando la devozione e consacrando la Congregazione Salesiana al Sacro Cuore di Gesù.

In questo mese di novembre desideriamo ricordare la sua lettera circolare, scritta 124 anni fa, il 21 novembre 1900, per preparare questa consacrazione, che presentiamo qui integralmente.


«La Consacrazione della nostra Pia Società al Sacro Cuore di Gesù

Car.mi Confratelli e Figliuoli,

            Da lungo tempo e da molte parti mi fu chiesto con grande insistenza di consacrare la nostra Pia Società al Sacro Cuore di Gesù, con atto solenne e perentorio. Specialmente insistettero in questo assunto le nostre Case di Noviziato e di Studentato, congiunte in lega santa, e la cara memoria di quell’indimenticabile nostro Confratello che fu Don Andrea Beltrami. Dopo un lungo ritardo, consigliatomi dalla prudenza, credo opportuno esaudire queste suppliche ora, che il secolo decimonono volge al termine, e si avanza, lieto di molte speranze, il secolo ventesimo.
            Già in molte circostanze ho raccomandato a miei figliuoli e Confratelli salesiani, ed alle nostre Suore, le Figlie di Maria Ausiliatrice, la divozione al Sacratissimo Cuore di Gesù, e, sicuro che essa avrebbe apportato grandi beni spirituali a ciascuno di noi, l’anno scorso ho indetto, che ogni salesiano a Lui facesse la consacrazione di sé stesso. Queste raccomandazioni furono ben accolte da tutti; si eseguirono scrupolosamente le mie ingiunzioni, ed i beni da me aspettati vennero abbondantemente.
            Ora intendo che ciascuno si consacri di nuovo, in modo tutto particolare, a codesto Cuore Sacratissimo; anzi desidero che ciascun Direttore Gli consacra interamente la Casa cui presiede, ed inviti i giovani a far essi pure questa santa offerta di sé stessi, li istruisca sul grand’atto che sono per compiere, e dia loro comodità affinché vi si possano preparare convenientemente.
            Si può dire ai Cristiani riguardo al Cuore di Gesù quanto San Giovanni Battista diceva ai Giudei parlando del divin Salvatore: “Vi è uno in mezzo di voi, che voi non conoscete”. E possiamo pur ripetere a questo riguardo le parole di Gesù alla Samaritana: “Oh se conoscessi il dono di Dio!” Quale amore e confidenza maggiore verranno a sentire verso Gesù i nostri soci ed i nostri giovani se saranno in questa divozione ben istruiti!
            Il Signore ha concesso grazie a ciascuno di noi, ne ha concesso alle singole Case; ma più ancora fu largo de’ suoi favori colla Congregazione che ci è madre. La nostra Pia Società fu ed è continuamente beneficata in modo specialissimo dalla bontà di Gesù, che vede quanto si abbisogni di grazie affatto straordinarie per iscuotere la tiepidezza, per rinnovarci nel fervore e per eseguire il gran compito che Iddio ci affidò: è giusto quindi che la Pia nostra Società sia tutta e interamente consacrata a quel Cuore Sacratissimo. Tutti insieme presentiamoci a Gesù, e gli saremo cari come chi gli offre non solo ogni fiore del suo giardino, ma il giardino stesso; non solo i vari frutti dell’albero, ma l’albero stesso. Poiché se riesce accetta a Dio la consacrazione dei singoli individui, più accetta deve tornargli quella di un’intera comunità, essendo questa come una legione, una falange, un esercito che a Lui si offre.
            E parmi sia veramente questo il tempo voluto dalla divina Providenza per compiere l’atto solenne. La circostanza ci si presenta molto propizia ed opportuna. Mi par bello e, direi, sublime, nell’istante che divide due secoli, presentarci a Gesù, anime espiatrici per i misfatti dell’uno, e apostoli per conquistar l’altro al suo amore. Oh come Gesù benedetto poserà allora benigno lo sguardo sopra le varie nostre case, divenute come altrettanti altari su cui offriamo a Lui la contrizione dei nostri cuori e le migliori nostre energie fisiche e morali; come benedirà la nostra Società, che questi olocausti sparsi per il mondo intero raccoglie in un solo e grandioso, per prostrarsi ai piedi di Gesù ed esclamare a nome de’ suoi figlioli: “Oh Gesù! grazie, grazie; perdono, perdono; aiuto, aiuto!” E per dirgli: “Noi, Gesù, siamo già vostri per diritto, avendoci Voi comperati col vostro preziosissimo Sangue, ma vogliamo anche essere vostri per elezione e consacrazione spontanea, assoluta : le nostre Case son già vostre per diritto, essendo Voi padrone d’ogni cosa, ma noi vogliamo che esse siano vostre, e di Voi solo, anche per nostra spontanea volontà; a Voi le consacriamo: la nostra Pia Società già è vostra per diritto, poiché Voi l’avete ispirata, Voi l’avete fondata, Voi l’avete fatta uscire, per dir così, dal vostro Cuore medesimo; ebbene, noi vogliamo confermare questo vostro diritto; vogliamo che essa, mercé l’offerta che ve ne facciamo, diventi come, un tempio, in mezzo al quale possiam dire con verità, che abita signore, padrone e re il Salvatore nostro Gesù Cristo! Sì, Gesù, vincete ogni difficoltà, regnate, imperate in mezzo a noi: Voi ne avete diritto, Voi lo meritate, noi lo vogliamo”.
            Questi i voti, i sospiri, i propositi del nostro cuore: cerchiamo di ispirarci continuamente ad essi e di rinvigorirli nell’amor di Dio in questa circostanza specialissima.
            È giunto pertanto, o carissimi, il gran momento di rendere pubblica e solenne la consacrazione nostra e di tutta la nostra Pia Società al divin Cuore di Gesù: è giunto il momento di emettere l’atto esterno e perentorio, tanto disiderato, con cui dichiariamo, che noi e la Congregazione restiamo cosa sacra al Divin Cuore. Bisogna ormai stabilire alcune norme pratiche, le quali valgano a regolare questa grande funzione.
            Intendo prima di tutto che questa solenne Consacrazione sia preparata da un divoto triduo di preghiere e di predicazione, il quale opportunissimamente comincerà la sera dei Santi Innocenti, 28 dicembre, giorno in cui morì S. Francesco di Sales, nostro grande Titolare.
            Intendo in secondo luogo che l’atto della Consacrazione si emetta da tutti insieme giovani, ascritti, confratelli, superiori di ogni casa, nonché dal maggior numero di cooperatori che si possano radunare. Quelli tra i confratelli, che per qualche circostanza si trovassero fuori della propria comunità, e non vi potessero tornare, procurino di recarsi alla casa salesiana più vicina, e quivi si uniscano in questo atto agli altri confratelli. Quelli poi, che non potessero comodamente recarsi a qualche nostra casa, emettano egualmente questa consacrazione nel modo migliore, che le circostanze loro permetteranno.
            In terzo luogo stabilisco, che questa funzione si faccia in chiesa, nella notte del 31 dicembre al primo gennaio, proprio nel momento solenne che divide i due secoli. Voi sapete che il Santo Padre, anche per questo anno, dispose che alla mezzanotte del 31 dicembre si possa celebrare solennemente la S. Messa, col Santissimo esposto. Ora nel caso nostro converrà che, radunati in chiesa mezz’ora prima, si faccia l’esposizione del SS. Sacramento, e dopo almeno un quarto d’ora di adorazione, si rinnovino da tutti i voti battesimali, dai confratelli anche i voti religiosi e quindi si faccia la consacrazione di sé stessi, della propria casa, e di tutto il consorzio umano al Sacro Cuore di Gesù, con il formulario prescritto dal S. Padre l’anno scorso. In quel momento medesimo io col Capitolo Superiore, con un formulario apposito, faremo la Consacrazione di tutta la Congregazione.
            Dopo ciò si celebri in ogni casa la Santa Messa, facendovi seguire la Benedizione col SS. Sacramento, previo il canto del Te Deum, e di quelle altre pratiche, che dal S. Padre o dai singoli Vescovi fossero ordinate per quella circostanza.
            Negli Oratorii festivi, e dove, per qualsiasi circostanza, non fosse possibile o conveniente fare detta funzione alla mezzanotte, essa potrà farsi nel mattino seguente, all’ora più opportuna, avendo il Santo Padre concesso di tenere esposto il Santissimo Sacramento dalla mezzanotte al mezzogiorno del primo gennaio, conferendo di più indulgenza plenaria a chi in questo frattempo vi facesse un’ora di adorazione.
            Non vorrei poi che questa Consacrazione fosse un atto sterile: essa dev’essere fonte di grandi beni a noi e al prossimo. L’atto della Consacrazione è breve, ma il frutto deve essere imperituro. E per ottenere questo, credo conveniente raccomandarvi alcune pratiche speciali, approvate e commendate dalla Chiesa, e dalla medesima arricchite di molte indulgenze, le quali, mentre terran viva la memoria di questo grande atto, serviranno pure ad eccitare sempre più questa divozione in noi, nei giovani e nei fedeli alle nostre cure affidati.
            Propongo pertanto, che la festa del Sacro Cuore di Gesù sia ovunque solennizzata come una delle feste primarie dell’anno.
            In tutte le Case si ricordi il primo venerdì del mese con una speciale funzione, e sia raccomandato ad ogni confratello e giovane di fare in quel giorno la Comunione Riparatrice.
            Ogni confratello sia ascritto all’associazione detta Pratica dei Nove Uffizi, e cerchi veramente di eseguire l’uffizio che gli tocca.
            Ogni casa sia associata alla Confraternita della Guardia d’onore, e ne esponga il quadrante; ed ogni confratello e giovane fissi il tempo speciale, in cui intende di fare la sua ora di guardia, com’è prescritto da detta Confraternita.
            Nelle case di noviziato e studentato chi può faccia l’Ora Santa, secondo le norme stabilite per praticare detta divozione.
            Siccome poi nulla può meglio contribuire a fare con profitto l’atto di Consacrazione sopra ordinato, ed a praticar bene la divozione al Sacro Cuore, quanto il conoscere in che essa consista, ne ho compilato, e vi espongo qui in seguito una istruzione adeguata. In questo modo spero che la divozione al Sacratissimo Cuore di Gesù verrà maggiormente apprezzata e desiderata da tutti noi ed anche dai nostri buoni alunni.

            Intimamente persuaso che questo atto solenne che stiamo per compiere, abbia ad essere accetto al Cuore Sacratissimo di Gesù, e che abbia a produrre gran bene alla nostra Pia Società, mentre vi saluto e vi benedico, vi prego ancora di unirvi con me a ringraziare questo Divin Cuore pei grandi benefizi che già ne impartì, ed a pregarlo che il nuovo secolo, mentre sarà per noi di conforto e di aiuto, abbia ancora ad essere davvero il secolo del trionfo di Gesù Redentore, in modo che Egli, il nostro caro Gesù, venga a regnare nella mente e nel cuore di tutti gli uomini del mondo, e possa presto ripetersi in tutta l’estensione del suo significato il Christus vincit, Christus regnat, Christus imperat.

Vostro aff.mo in Corde Jesu
Sac. MICHELE RUA


ISTRUZIONE SULLA DIVOZIONE AL SS. CUORE DI GESÙ’
            Gesù, Redentor nostro pietosissimo, essendo venuto in terra per salvare tutti gli uomini, collocò nella sua Chiesa una dovizia inestimabile di beni, che dovessero valere a tanto fine. E tuttavia non contento a questa provvidenza così universale e generosa, ogni qualvolta si fe’ sentire una speciale necessità, volle fornire agli uomini aiuti anche più efficaci. A tal fine furono, certo per ispirazione del Signore, istituite man mano tante divote solennità; a tal fine il Signore fe’ sorgere tanti santuari in ogni parte del mondo, ed a tal fine ancora si istituì nella Chiesa, a misura dei bisogni, tanta santità di pratiche religiose.

N. 22, Torino, 21 novembre 1900,
Festa della Presentazione di Maria al Tempio
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Da Editor BSOL

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