Tempo per lettura: 4 min.
Per san Giovanni Bosco la devozione alla Madonna non era un semplice sentimento religioso accessorio, ma una via sicura alla santità, un aiuto quotidiano nella lotta spirituale, una scuola di vita cristiana. Tutta la sua pedagogia nasceva e fioriva alla luce materna di Maria. “Ai suoi allievi – attesta Don Rua – si può dire che non sapeva parlare senza raccomandare la divozione a Maria Santissima, e specialmente per insegnar loro a conservare la purità, raccomandava vivamente la divozione a Lei”. Nei suoi “sermoncini” della sera, momento prezioso di familiarità educativa, tornava sempre su questo punto: restare in grazia di Dio e amare Maria.
Don Bosco amava tradurre la fede in gesti concreti e semplici. Per lui la devozione non si improvvisa: si educa, si coltiva, si esercita. Per questo, durante le novene in preparazione alle feste mariane e durante i mesi mariani, proponeva ai giovani i celebri fioretti, piccoli atti d’amore o di sacrificio da offrire alla Madonna ogni giorno. Non si trattava di formule magiche, ma di passi quotidiani per imparare la vita interiore, crescere nelle virtù, educare il cuore e orientarlo verso il bene.
Il salesiano Giovanni Battista Lemoyne raccolse una serie di questi fioretti, attribuendoli alla tradizione viva dell’Oratorio: alcuni furono dettati da don Bosco stesso, altri raccolti dalle sue parole. Quei fioretti, “posti sul labbro di Maria Santissima”, ci consegnano ancora oggi una spiritualità semplice, affettuosa, incarnata nella vita.
Riportiamo integralmente questa raccolta preziosa:
1. Io son tua madre; lungo il giorno offrimi spesso il tuo cuore.
2. Quando senti suonar le ore, di’, sotto voce o col pensiero: Ave, Maria, dolcezza e speranza mia!
3. Insieme col mio, invoca spesso il nome di Gesù, del Figlio mio!
4. Sovente, almeno al mattino ed alla sera, bacia la mia medaglia.
5. Per via saluta le mie immagini, vincendo ogni rispetto umano.
6. Provvediti una mia bella immagine, e mirala e baciala spesso.
7. Salutami sovente, di cuore; ed avrai il mio amore!
8. Provvediti e leggi qualche libro, che parli di me e del mio amore!
9. Scrivi sui tuoi libri e nel tuo cuore il mio nome!
10. Per amor mio sii umile, paziente, e pio.
11. Ubbidisci senza esitare; così faceva io in casa mia e nel tempio.
12. Occorrendo, cedi all’altrui parere, per farmi piacere.
13 Pregando, sta’ sempre colle mani giunte innanzi al petto.
14. Accresci colla tua parola il numero dei miei devoti.
15. Ogni sabato pratica a mio onore qualche mortificazione.
16. Ogni sabato recita le mie litanie per ottenere una buona morte.
17 Ogni sabato procura di fare a mio onore la Santa Comunione.
18. Fa’ spesso la Santa Comunione, specialmente nelle mie feste.
19. Quando fai la Santa Comunione, raccomandami spesso i peccatori.
20. Quando fai la S. Comunione, raccomandati a me per ottener la purezza e la carità!
21. Ah! mio caro figlio, non commetter mai un peccato mortale!
22. Fin d’ora colla parola e coll’esempio proponiti d’impedir il male.
23. Se vuoi farmi un grato piacere, raccomandami spesso i peccatori.
24 Fuggi i compagni dissipati e poco devoti.
25. Se senti bestemmiare, di’ tosto nel tuo cuore: Lodato sempre sia il nome di Gesù e di Maria!
26. Se qualcuno ti offende, non vendicarti; perdonagli per amor mio!
27. La mormorazione mi dispiace; e tu non farla e non ascoltarla.
28. Invece di lagnarti dei dispiaceri, soffrili volentieri per me.
29. Nelle pene ed afflizioni volgi lo sguardo a me, tua madre!
30. Quando ti è imposta una cosa che ti spiace, di’ tosto: – Sì, per amor di Maria!
31. Fuggi gli spettacoli del mondo, ed ama il ritiro.
32. Fa’ di essere il pacificatore dei tuoi compagni.
33 Oh! quanto mi sarebbe caro, se tu ti confessassi bene ogni otto giorni.
34. Abbi molta confidenza nel tuo confessore ordinario, e non cangiarlo senza necessità.
35. Tieni bene a mente gli avvisi del confessore, e mettili in pratica.
36. Nel tempo delle vacanze non lasciar passare i quindici giorni senza confessarti.
37. Durante le vacanze frequenta regolarmente la chiesa per dar buon esempio.
38. Ama e rispetta i sacerdoti; io pure amava e rispettava gli Apostoli.
39 Sii riconoscente e rispettoso verso chi ti benefica nell’anima e nel corpo.
40. Metti in serbo qualche cosuccia per darla ai poveri per amor mio.
41. Sei un mio giardino; coltiva i fiori più belli.
42. Colle tue virtù sii il paradiso del mio Divin Figlio!
43. La tua virtù prediletta sia la virtù angelica: la castità!
44. Nelle brutte tentazioni di’ subito: Mater purissima, ora pro Me!
45. Non dar mai cattive occhiate.
46. Non leggere mai libri pericolosi; e prima di leggere un libro che non conosci, parlane col confessore.
47. Usa grande modestia nello spogliarti e nel vestirti.
48. Non fare e non ascoltar mai discorsi scandalosi o mondani.
49. Non proferire, neppure per scherzo, una parola che possa cagionare cattivi pensieri.
50. Non parlare con persone pericolose, se vuoi ch’io parli al tuo cuore.
51. Se vuoi essere mio beniamino, ama Gesù Bambino.
52. Amami tanto! ti voglio far santo!
(MB X,32-34)
I cinquantadue fioretti raccolti da Don Bosco costituiscono un vero e proprio itinerario spirituale, presentato attraverso la voce stessa della Madonna che si rivolge ai suoi figli con tenerezza materna. Ogni fioretto è un invito concreto, pratico, accessibile anche ai più giovani.
Si parte dai gesti più semplici: offrire il cuore a Maria durante la giornata, invocare i nomi di Gesù e Maria, baciare la medaglia, salutare le immagini sacre per strada. Sono atti che richiedono poco tempo ma che tessono nel quotidiano una relazione viva e personale con la Madre celeste.
I fioretti toccano poi dimensioni più profonde della vita cristiana: l’umiltà, la pazienza, l’obbedienza, il perdono, la purezza. Maria stessa si fa maestra, ricordando il suo esempio: “Ubbidisci senza esitare; così faceva io in casa mia e nel tempio”. Il riferimento alla vita concreta della Madonna a Nazareth e al Tempio rende questi consigli ancora più credibili e imitabili.
Particolare attenzione Don Bosco poneva alla virtù della purezza, che chiamava “virtù angelica”. Molti fioretti riguardano la custodia degli occhi, la modestia, la fuga dalle occasioni pericolose, l’invocazione fiduciosa: “Mater purissima, ora pro me!”.
L’aspetto più affascinante di questa raccolta è la modalità pedagogica con cui Don Bosco la proponeva. I fioretti venivano esposti in un quadro numerato, con accanto una cassetta contenente i numeri corrispondenti. Durante le novene e il mese di maggio, ogni giovane poteva estrarre quotidianamente un numero, leggere il fioretto e accoglierlo come un messaggio personale della Madonna proprio per lui, in quel giorno specifico.
Questo metodo trasformava la devozione in un’esperienza personale ed entusiasmante. Non era la monotonia di una pratica ripetitiva, ma la sorpresa quotidiana di un incontro, la gioia di sentirsi chiamati per nome dalla Madre celeste.
Oggi questi fioretti mantengono intatta la loro forza spirituale. In un’epoca dove la dispersione e la superficialità rischiano di frammentare l’esistenza, essi offrono piccoli gesti concreti per rimanere ancorati a ciò che conta davvero. Sono semi di santità alla portata di tutti, giovani e adulti, che Maria stessa ci invita a coltivare nel giardino del nostro cuore.
Come diceva l’ultimo fioretto, con quella tenerezza che è il sigillo dell’amore materno: “Amami tanto! ti voglio far santo!”