Un centro di protezione per ragazzi di strada a Lagos, Nigeria

A Lagos, in Nigeria, in una città sovrappopolata e in continua crescita, dove più del 40% della popolazione è composto da giovani sotto i 18 anni, i salesiani hanno aperto una casa per i ragazzi di strada.

Lagos è uno dei 36 stati della Nigeria federale. È praticamente una città-stato, capitale del paese fino al 1991, quando avvenne il riconoscimento ufficiale della nuova capitale, Abuja, nel centro del paese. Con i suoi 16 milioni di abitanti, è la seconda area urbana più popolosa dell’Africa dopo quella de Il Cairo, e con la sua area metropolitana di 21 milioni di abitanti, è una delle più popolose al mondo. Inoltre, è in continuo aumento, tanto che è diventata la prima città in Africa e settima nel mondo per velocità della crescita demografica.
Con un clima molto caldo, trovandosi appena 6° a nord dell’Equatore, è localizzata sulla terraferma, con apertura sul lago Lagoon e sull’Oceano Atlantico: grazie alla sua posizione, è sempre stata una città commerciale, tanto che, anche se la capitale è stata trasferita, rimane il centro commerciale ed economico dello Stato e uno dei più importanti porti dell’Africa occidentale.
Con 230 milioni di abitanti, la Nigeria è il Paese più popoloso dell’Africa e il sesto Paese più popoloso del mondo. La Nigeria ha la terza popolazione giovanile più numerosa del mondo, dopo India e Cina, con oltre 90 milioni di abitanti di età inferiore ai 18 anni.
La situazione giovanile in questa città è comparabile con Torino al tempo di don Bosco. Molti ragazzi poveri delle campagne e delle città affluiscono nella città di Lagos in cerca di lavoro e di una vita migliore, ma sono soggetti a sfruttamento, abbandono, povertà e privazioni. Sono a rischio di rimanere sulla strada, di essere maltrattati, di essere vittime della tratta di persone, di entrare in conflitto con la legge o di abusare delle droghe.

In aiuto di questi ragazzi e giovani sono venuti i salesiani, con una Casa Don Bosco, un centro di protezione per ragazzi di strada, approvato dal Ministero della Gioventù e dello Sviluppo Sociale dello Stato di Lagos, come casa di riabilitazione per ragazzi a rischio. È una Casa che si dedica a migliorare la vita dei ragazzi di strada, dei ragazzi vulnerabili, fornendo loro un ambiente familiare alternativo, un rifugio, istruzione, sostegno emotivo, protezione e potenziamento delle abilità di vita. Si parte dalla convinzione che ogni ragazzo abbia un potenziale positivo e che i giovani rappresentino il futuro del paese. Se l’ambiente è buono, se ricevono una buona formazione e vedono buoni esempi, possono crescere anche loro in modo da diventare una speranza per gli altri.

La Casa Don Bosco comprende ospiti residenziali e non residenziali.
I ragazzi residenti sono quelli che vivono nella casa di accoglienza, frequentano la scuola all’interno della casa e partecipano a tutte le attività che li porteranno a diventare persone migliori e a reintegrarsi nelle loro famiglie e comunità. Alcuni dei programmi gestiti nella casa, nell’ambito dell’acquisizione di competenze e dell’empowerment, sono rappresentati da percorsi di sartoria, taglio capelli, produzione di scarpe, mentre nell’area dello sviluppo dei talenti sono musica, teatro, danza e coreografia. I ragazzi sono anche impegnati in diversi percorsi terapeutici, sport e attività ricreative per favorire il loro sviluppo sociale e fisico.

Nel loro lavoro con questi ragazzi, i salesiani si sono resi conto della potenzialità della musica, specialmente nella riabilitazione dei più piccoli. Aiutandoli a conoscere e usare gli strumenti musicali, si offre sollievo dal peso del loro vissuto, favorendo il superamento di vari traumi, rafforzando anche un buon rapporto familiare fra loro. Lo stesso succede anche con la danza. I ragazzi sono molto attratti dalla coreografia, vogliono provare e non si scoraggiano quando si accorgono di aver sbagliato, ma ritentano con perseveranza fino quando riescono, imparando dagli errori. La danza incoraggia i ragazzi a sperimentare e a trovare percorsi diversi per dimenticare i loro problemi.

Ma la Casa Don Bosco non chiude le porte a quelli che non vogliono restare. Gli ospiti non residenziali sono quelli che vivono per strada e che, spesso, vengono a cercare un rifugio temporaneo. La casa serve loro come tappa per riposare, giocare, fare una doccia, cambiare i vestiti, ricevere farmaci e vitto. In queste occasioni, si offre loro anche la possibilità di attività di follow-up: consulenza e riabilitazione psicologica, rintracciamento e reinserimento familiare, continuità dell’istruzione, acquisizione di competenze, assistenza medica e sanitaria complessa e inserimento lavorativo.

È un aiuto prezioso, perché la maggior parte di questi giovani ha un’età compresa tra i 14 e i 24 anni: tanti di loro sono impegnati in qualche lavoro, che permette loro di guadagnare qualcosa per coprire le spese quotidiane di cibo, abbigliamento e altre necessità. Una buona parte di loro lavora nel settore non organizzato, aiutando nei matrimoni, nei cantieri edili, trasportando carichi nel parcheggio degli autobus, vendendo sacchetti d’acqua e bevande sulla strada, svolgendo i lavori più umili. Ed è bello costatare questo, perché vuol dire che hanno voglia di guadagnarsi onestamente la vita, ma non sempre trovano qualcuno che li aiuti.

Come si può intuire, le ragazze non si trovano in una situazione migliore e ciò rappresenta una sfida per i salesiani: pensare in qualche modo anche a loro. Anche per questo i salesiani chiedono sostegno per migliorare le capacità del loro personale e la gestione in generale e sono aperti a ricevere assistenza per migliorare la qualità del lavoro. Da soli possono fare poco, ma insieme con gli altri possono fare molto.

don Raphael AIROBOMAN, sdb
Direttore del “Don Bosco Home Child Protection Center”, Lagos, Nigeria




La carica dei 101. Casa salesiana Monterosa

“Che emozione… un anno fa era con noi don Angel!”.
Ecco come abbiamo iniziato la festa della nostra Comunità domenica 8 maggio 2022. Proprio un anno fa il nostro Rettor Maggiore era con noi a Torino, al Michele Rua per festeggiare i 100 anni dell’Opera. E con lui c’era anche il Sindaco della Città!
Già… 100 anni!

Era l’estate del 1922 quando un gruppo foltissimo di ragazzi, l’Unione Padri di Famiglia e il Comitato delle Patronesse, guidati da don Lunati inaugurarono l’Oratorio Michele Rua, con le sale, la chiesa, il cortile, l’Asilo infantile seguito dalle FMA e la scuola di cucito. La costruzione era stata resa possibile grazie all’aiuto di tanti volontari e anche al sostegno di molti benefattori, primo fra tanti, papa Benedetto XV con la sua generosa offerta di 10.000 Lire. Da allora, l’Opera non si è più fermata e si è ampliata subito dopo con il Teatro e nel 1949 con la Scuola per l’“Avviamento Industriale”, così da preparare i giovani al lavoro.
Nel 1958 la Comunità diventa Parrocchia, giusto riconoscimento dell’opera religiosa e sociale che, ormai da quarant’anni, i Salesiani stanno svolgendo nel Borgo Monterosa;  negli anni a seguire la Scuola professionale diventa Scuola Media.

Casa salesiana Monterosa, anni ’60. Fuori dalla sala giochi

Grazie a contributi vari, alla disponibilità e al sacrificio di giovani e volontari, negli anni Settanta è poi arrivata la Scuola Materna e nel 1991 la Palestra e i nuovi campi da calcio. Nel 2008, con la preziosa presenza delle FMA, si aggiunge la Scuola Primaria e si amplia il gruppo degli Amici del Presepe e il Laboratorio Mamma Margherita. Tante strade si sono aperte e hanno garantito ai ragazzi e ai giovani del quartiere di trovare un posto sicuro e accogliente, anche nei periodi più difficili a partire dalla guerra, dal fascismo… fino alla chiusura per pandemia nel 2020. E anche durante il lockdown, i nostri Salesiani e le nostre FMA hanno fatto sentire la loro presenza con incontri online, canti sui tetti e giochi organizzati su piattaforme digitali.

Rileggere la storia del nostro Oratorio ci fa venire i brividi… una tettoia, il cortile e un capannone messi a disposizione da un benefattore in una zona popolare, dove i bambini si ritrovavano per strada alla ricerca di qualcuno che si occupasse di loro e a loro volesse bene. Proprio lì i Salesiani decisero di fermarsi, di esserci in quella realtà così vicina a quella di don Bosco. E poi ancora: il Ricreatorio di Mamma Margherita, i ragazzi che aumentano e la tettoia che non basta più, la disponibilità di tanti papà e mamme che offrono le loro competenze e capacità.

Casa salesiana Monterosa. Squadra calcio della Bandina, 1952

Tutto è partito nel 1922 e così nel 2022 abbiamo festeggiato i primi 100 anni. È stato un anno prezioso sotto tanti punti di vista. Riprendere in mano la storia e vedere quante similitudini ci sono tra il passato e la nostra vita quotidiana ci ha dato una bellissima carica di entusiasmo. Oggi come allora i ragazzi cercano chi possa amarli, chi con la presenza quotidiana testimoni loro quanto sono importanti, quanto valgono. E così al Michele Rua abbiamo le scuole dell’Infanzia, Primaria e Secondaria; abbiamo il Teatro e la Polisportiva; abbiamo il Centro Diurno in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di Torino; abbiamo il Catechismo e i Gruppi Formativi. Tanto per i giovani e i ragazzi, ma anche tanto con e per le famiglie: Gruppo Famiglia, Baby Rua, Giovani Sposi, Gruppo Evergreen, Laboratorio Mamma Margherita e Amici del Michele Rua.

Una realtà così funziona perché chi ci passa la vive come Casa, come la propria Comunità. Ed è per questo che in occasione del Centenario, la Comunità Educativa Pastorale ha deciso di affrontare un cammino sinodale, di lettura del territorio e di analisi dei bisogni per provare insieme a dare risposte e offrire proposte ai tanti giovani che oggi varcano la soglia dei nostri cortili.

Un cammino, quello del Centenario, che, con i piedi saldi nel presente e la storia del passato chiara in mente, ci ha interrogato sul futuro. Abbiamo individuato le parole cardine del nostro essere in questo quartiere e abbiamo deciso di lasciarci guidare da: famiglia, accoglienza, lavoro, formazione, evangelizzazione e giovani. Attorno a questi punti fermi abbiamo posto le basi per ripartire e rimetterci tutti in cammino per il bene dei ragazzi che varcano la porta dell’Oratorio. Nel “nuovo” Michele Rua oggi c’è un Maker Lab di sartoria, falegnameria, robotica e videomaking dove i ragazzi e i giovani possono vivere un’esperienza laboratoriale, così da imparare, facendo. Nei laboratori allestiti al primo piano, adulti volontari esperti offrono il loro tempo per aiutare i ragazzi a esprimersi, cercando di lavorare insieme su un pezzo di legno, con il pirografo o il seghetto oppure su un pezzo di stoffa con ago e filo. Ma non solo: ci sono anche le classi all’aperto per le nostre scuole e un orto didattico che offre fagiolini e pomodori ai ragazzi che a turno si prendono cura delle loro piantine.
In un quartiere multietnico e variegato come il nostro, la priorità sono da sempre le famiglie più povere e così, con la nostra Parrocchia, oltre ai consueti servizi alla carità per pagare le bollette del gas o offrire una borsa della spesa, sono nati due importanti nuovi progetti: Amico Click, per offrire strumenti utili a chi fa fatica a entrare nel mondo digitale come creare una mail o prenotare il medico on line, e Amico Speak, perché tutti i nuovi arrivati possano conoscere e usare bene la lingua italiana.

E, con lo slancio del Centenario, non ci siamo fermati a reinventare l’oggi; siamo in moto per il prossimo futuro. Stiamo ripensando a come ristrutturare i locali della ex Bocciofila, da tempo in disuso, per essere sempre più presenza attiva sul territorio, rispondenti ai bisogni di oggi. Vorremmo riprendere l’idea del 1949 dell’“Avviamento industriale” e studiare un moderno Hub Lavoro per i ragazzi che non riescono a seguire percorsi strutturati e continuativi; vorremmo esserci per tutti i bambini che non riescono a “stare bene” a scuola, in particolare per gli effetti lasciati su di loro dai periodi di chiusura del lockdown e quindi creare un doposcuola professionale che offra metodo di studio, accompagnamento per le famiglie e servizi individualizzati. E, come voleva don Bosco, siamo decisi a rilanciare tutta l’attività legata al nostro Teatro: musica, danza, recitazione. Partiremo con inscenare un nuovo Musical che possa appassionare i ragazzi e far emergere i loro talenti.

Oggi nei nostri cortili ci sono quotidianamente più di 100 ragazzi che giocano, abbiamo più di 500 ragazzi iscritti alle attività sportive e 200 alle attività formative oratoriane. Abbiamo i gruppi dei bambini del Catechismo e almeno 50 utenti alla settimana che vengono per il doposcuola. Abbiamo più di 520 bambini iscritti nelle nostre scuole e 20 che ogni giorno frequentano il nostro Centro Diurno. Quando ci ritroviamo a mangiare insieme per la Festa della Comunità, prepariamo più di 500 piatti di polenta e spezzatino… e poi tanti iscritti all’Estate Ragazzi, ai campi estivi al mare e in montagna.

Tutto ciò si rende possibile grazie alla presenza di Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice che instancabilmente ci sono, ciascuno a servizio con la propria sfaccettatura e disponibilità. Grazie a innumerevoli animatori, volontari che gratuitamente vivono i nostri cortili come quelli di casa propria e non mancano mai per svolgere i più diversi servizi.

Casa salesiana Monterosa. Attività coi ragazzi, 2023

Grazie ai dipendenti che credono nella loro vocazione e non varcano la soglia solo per svolgere il loro lavoro. Grazie alle Istituzioni locali che consigliano, suggeriscono e fanno rete. Grazie ai tanti benefattori che non mancano di sostenere le molte spese da affrontare. Grazie alle famiglie che continuano a credere nell’alleanza educativa che si può creare tra adulti per il bene dei ragazzi. Grazie a chi ci ha lasciato ma che continua a vegliare su di noi e a custodire le nostre attività.
Soprattutto grazie a Maria Ausiliatrice, san Domenico Savio, don Bosco e Madre Mazzarello che ci guidano, ci benedicono e ci riempiono di grazie.

In occasione del Centenario, abbiamo chiesto a chi è passato di qui di raccontare un pezzo della loro vita al Michele Rua e sono arrivate 100 storie bellissime, ricche di emozioni e passione. Ebbene, in tutte c’è il ricordo di qualcuno, prete, suora, animatore, catechista… che ha offerto un pezzo di vita per gli altri nella nostra Opera. Ecco perché il Michele Rua è così, presenza viva nel Quartiere Barriera di Milano.

Ritornando alla prima frase del nostro racconto, domenica abbiamo festeggiato la festa della Comunità a 101 anni dalla fondazione dell’Opera e, come ha detto il nostro Ispettore, abbiamo di nuovo tanto per festeggiare… e come il dalmata nella storia di Walt Disney carichi ed entusiasti, partiamo per la CARICA dei 101!

Una volontaria.




Salesiani a Tijuana. Una casa ai confini

A soli 30 metri dal confine con gli Stati Uniti, una casa salesiana in Messico offre numerosi servizi ai giovani, ai poveri e ai migranti, nella zona di confine terrestre più trafficata del mondo, in una città la cui popolazione è triplicata negli ultimi 30 anni e in una zona famosa in tutto il mondo per il muro che separa il Messico dagli Stati Uniti.

I Salesiani sono arrivati nella città di Tijuana, Baja California (Messico), in occasione della festa di San Giuseppe, il 19 marzo 1987.
Fu alla fine degli anni Ottanta che l’allora ispettore guardò verso il confine settentrionale del Messico, sottolineando che le presenze del Nord avrebbero dovuto rappresentare dei “polmoni” per garantire aria purificata alla missione e alla vita apostolica e religiosa dell’Ispettoria Salesiana.
Con questa intenzione e volendo rispondere ai molti bisogni della città, i Salesiani si impegnarono a trovare spazi per realizzare oratori in città. In meno di un decennio, furono costruiti 9 oratori dove i giovani trovarono una casa, un parco giochi, una scuola e una chiesa.
Con il passare del tempo si è concentrata l’attenzione su diverse esigenze, sono state create sei residenze-lavoro in diversi quartieri popolari della città, formando il Progetto Salesiano Tijuana. Ognuna di esse ospita diverse istituzioni, dando vita a più di dieci fronti di lavoro.

La prima delle opere è stata la Parrocchia e l’Oratorio Maria Auxiliadora, situata nella “Colonia Herrera”. Sia la parrocchia sia l’oratorio si occupano di vari problemi della colonia. Si stanno compiendo passi verso un accordo con l’OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) per offrire un centro sanitario comunitario con consulenza legale e psicologica e assistenza medica. Nel territorio della parrocchia c’è una casa di accoglienza per famiglie di migranti chiamata “Pro amore DEI”, che è accompagnata da varie attività. Questo Oratorio di Maria Ausiliatrice offre laboratori brevi e flessibili, che offrono diverse opportunità di apprendimento, il tutto per il bene delle famiglie; questi laboratori sono frequentati da bambini e famiglie in situazioni vulnerabili. Alcuni di questi laboratori sono: laboratorio di sartoria, laboratorio di bellezza, laboratorio di scuola calcio, laboratorio di zumba, laboratorio di chitarra e laboratorio di computer, consulenza psicologica e formazione per adulti o giovani al di fuori dell’ambito scolastico, in accordo con l’INEA (Istituto Nazionale per l’Educazione degli Adulti).

Un’altra presenza, collocata nel centro della città è l’Oratorio San Francisco de Sales, situato nella colonia Castillo. Questa presenza ospita anche diverse istituzioni, tra cui: una delle sedi della residenza della comunità religiosa, l’Oratorio, gli uffici della COMAR (Commissione Messicana per l’Aiuto ai Rifugiati) che, in collaborazione con l’UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati), fornisce servizi ai richiedenti asilo (carte d’identità, offerte di lavoro, supporto legale) e gli uffici del Progetto Salesiano Tijuana. Si tratta di un insieme di servizi per i più svantaggiati, cioè gli stranieri che arrivano in città in cerca di rifugio con un’attenzione dignitosa verso i loro diritti. Nell’oratorio, le famiglie della colonia vengono assistite con laboratori flessibili e agili, offrendo uno spazio di crescita (è una colonia di lavoratori che negli ultimi anni ha sofferto molto per lo spaccio di droga e gli omicidi dovuti a questa situazione). Per il Progetto Salesiano Tijuana è stato e continua ad essere di grande importanza aprirsi alla creazione di reti e alleanze con varie istituzioni che rafforzano e promuovono l’aiuto ai giovani, ai migranti e alle famiglie in situazioni vulnerabili.

L’Oratorio Domingo Saviosi trova nel cuore della colonia “SánchezTaboada”. Questa colonia è molto particolare. Secondo recenti statistiche, il quartiere Sanchez Taboada occupa il primo posto nella classifica della violenza in città. In questo quartiere sono state uccise 146 persone in meno di cinque mesi, il che lo rende la colonia più violenta; qui è stato registrato il maggior numero di omicidi intenzionali. Qui si trova la nostra presenza salesiana, che sviluppa diversi servizi: una presenza che vuole soprattutto portare speranza alle famiglie e opportunità ai bambini. La situazione di violenza, povertà e la posizione orografica della casa salesiana richiedono un costante sostegno finanziario per mantenere le strutture e per trovare il personale adeguato a fornire i servizi educativi. Tra le attività attualmente offerte ci sono: laboratorio di calcio, laboratorio di chitarra, laboratorio di pallavolo, laboratorio di regolamento scolastico per bambini e adolescenti, laboratorio di inglese e laboratorio di informatica. In questo oratorio, come nelle altre cinque presenze, la catechesi sacramentale e i servizi e le celebrazioni liturgiche sono offerti nella cappella.

L’Oratorio San José Obrero si trova nella parte orientale della città, nella colonia chiamata “Ejido Matamoros”. Dispone di strutture sportive che offrono servizi a un gran numero di giovani, bambini e adulti che vengono a giocare a calcio; nel corso di una settimana, più di mille utenti passano per questo centro sportivo. In questo oratorio, anche il Movimento Giovanile Salesiano è molto attivo, soprattutto per gli adolescenti e i bambini, con il movimento Amici di Domenico Savio, gli accoliti e i cori. La Cappella dell’Oratorio offre servizi liturgici quotidiani aperti alla comunità. La presenza salesiana in questo oratorio comprende anche una scuola superiore che, essendo situata in una zona di così grande crescita della città, può continuare a fornire un servizio educativo indispensabile e, in prospettiva, dovrebbe crescere nel numero di studenti e nella qualità dei suoi servizi educativi.

L’Oratorio San Juan Bosco si trova nella colonia Mariano Matamoros a El Florido. È un’oasi di pace nella parte orientale della città e la chiamiamo così perché nel 2022, anche qui sono stati registrati 92 omicidi. Questa presenza salesiana si trova in una zona di insediamenti di famiglie che lavorano nelle “maquilas” e lì l’opera salesiana ha sviluppato una presenza ampia e complessa, composta da quattro istituzioni: la casa di accoglienza Don Bosco (una casa di accoglienza per donne e bambini, operativa dal dicembre 2021), la scuola Don Bosco (una scuola con 200 alunni, maschi e femmine, che frequentano l’istruzione primaria) l’oratorio – centro giovanile (accoglie bambini, gruppi giovanili, atleti del campionato di calcio e di basket, gruppo di balletto folcloristico, laboratori), la cappella San Juan Bosco (offre servizi liturgici con un grande afflusso di famiglie e bambini che frequentano la catechesi). L’insieme di queste istituzioni dà vita a un centro di integrazione per la comunità locale, essendo uno spazio per una varietà di persone (migranti, bambini, giovani, famiglie) che offre l’opportunità di attualizzare la missione salesiana, rispondendo alle esigenze sociali. Per realizzare queste istituzioni di grande opera sociale, i Salesiani lavorano attraverso accordi di collaborazione con varie organizzazioni civili e governative e creando accordi con le agenzie delle Nazioni Unite (UNHCR, OIM, UNICEF); lavorano anche con grande apertura e flessibilità con altre istituzioni che forniscono sostegno e supporto nelle aree della salute e dell’istruzione.

Il Desayunador Salesiano è un’opera di assistenza sociale che dà vita a due istituzioni (un centro per la colazione e una casa di accoglienza per uomini migranti), che a loro volta forniscono un’ampia gamma di servizi ai beneficiari. Quest’opera salesiana si trova nella zona centro-settentrionale della città di Tijuana. I suoi inizi risalgono al 1999, ma prima di quell’anno alcuni “tacos” venivano già offerti negli uffici del progetto salesiano. Questo servizio di alimentazione dei poveri e dei migranti che vagano per la città si è sviluppato ed evoluto, e nel 2007-2008 è stato istituito con una sede propria per questa attività nel luogo in cui opera attualmente: qui si presta attenzione ai migranti vulnerabili (deportati/rimpatriati, stranieri provenienti dal centro e dal sud del Messico), ai senzatetto, agli anziani, alle famiglie povere o estremamente povere, agli uomini, alle donne e ai bambini che hanno fame.

Tra la varietà di servizi offerti ci sono: colazioni (tra 900 e 1200 al giorno), telefonate all’estero (25 al giorno), docce (fino a 150 al giorno, tre volte alla settimana), tagli di capelli, consegna di cibo alle famiglie povere (3-5 al giorno), offerta di cambio di vestiti (fino a 150 al giorno, tre volte alla settimana), assistenza medica (40-60 al giorno), consulenza legale (8-20 al giorno) su questioni migratorie, assistenza psicologica, supporto e sostegno emotivo, workshop per la prevenzione della violenza contro le donne, laboratori (arte grafica, mosaico bizantino, alebrijes e piñatas, workshop radiofonico ecc.), scambio di lavoro formale e informale (8-20 al giorno), collegamenti con i centri di riabilitazione. L’attività del Desayunador e del rifugio è sostenuta con l’aiuto di volontari giornalieri (locali, nazionali e internazionali) in varie forme o periodi, sviluppando una grande apertura alla collaborazione interistituzionale.

L’impegno salesiano in questo grande Progetto Salesiano Tijuana è fondamentale perché la città continua a crescere, continua ad essere la città di confine con il maggior numero di persone in mobilità e in situazione di migrazione; parlare di Tijuana come confine significa parlare del confine terrestre più attraversato al mondo. Si tratta del passaggio di oltre 20 milioni di veicoli e di oltre 60 milioni di persone che in un anno entrano negli Stati Uniti attraverso questo confine. La migrazione rimane un tema di grande attualità. In questa città di confine, con così tanti migranti, ci sono problemi di traffico di esseri umani, di coinvolgimento nel mondo della vendita e del consumo di droga. La città di Tijuana continua ad offrire grandi opportunità per la realizzazione dei sogni, con un’ampia gamma di posti di lavoro, ma continua anche ad essere una città con un alto livello di criminalità, una delle più violente del Paese.

Senza dubbio, i migranti, i bambini, i giovani e le famiglie guardano al Progetto Salesiano di Tijuana per avere aiuto e speranza nella costruzione del loro futuro. La missione salesiana di Tijuana continua ad essere un luogo dove i sogni di don Bosco e la realizzazione del carisma della Famiglia Salesiana possono prendere vita.

È possibile seguire la presenza salesiana a Tijuana anche attraverso i suoi social network: Facebook, Twitter, Instagram, Youtube.

don Agustín NOVOA LEYVA, sdb
direttore Casa Salesiana Tijuana, Messico