25 Set 2025, Gio

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Situata in una bella zona montagnosa, ai piedi delle Alpi, vicino alla Svizzera, la Casa salesiana di Châtillon ha una storia particolare e di successo.


Nella regione della Valle d’Aosta, si trova un comune di nome Châtillon (il nome proviene dal latino “Castellum”) che si situa tra il Monte Zerbion a nord e il Monte Barbeston a sud; è il terzo comune più popolato della regione.
Nel 1917, durante la prima guerra mondiale, in questa località fu fondata un’azienda, Soie de Châtillon (in italiano: “Seta di Châtillon”), che iniziava a lavorare nel settore delle tecnofibre con tecnologia moderna. La presenza delle centrali idroelettriche nelle vicinanze che fornivano l’energia elettrica ha condizionato la scelta del posto per l’impresa, visto che non esistevano ancora reti elettriche estese per trasportare l’elettricità.
Nel 1942 l’azienda passa sotto la proprietà della Società Saifta (Società Anonima Italiana per le Fibre Tessili Artificiali S.p.A.).
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Società Saifta, che gestiva lo stabilimento “Soie” di Châtillon, destinato inizialmente al convitto per le operaie, chiama i salesiani e mette loro a disposizione questi edifici per accogliere, in qualità di convittori, orfani di guerra e figli dei dipendenti della “Soie”. Così ha inizio l’Istituto Orfanotrofio Salesiano “Don Bosco” di Châtillon, nome che è rimasto fino a oggi, anche se gli orfani non ci sono più.
Alla fine dell’agosto del 1948, 33 ragazzi iniziavano un corso di Avviamento Professionale di tipo Industriale nelle due specializzazioni per Meccanici-aggiustatori e Falegnami-ebanisti: quest’ultima specializzazione era molto utile nella zona geografica montuosa, ricca di boschi.
Alcuni mesi più tardi, il 5 febbraio del 1949 si inaugurava ufficialmente l’Orfanotrofio “Don Bosco”, destinato ad accogliere i giovani poveri della Valle d’Aosta ed avviarli all’apprendimento di una professione.
Con l’introduzione della scuola dell’obbligo, nell’anno 1965, l’Avviamento Professionale viene sostituito dalla Scuola Media, e la Scuola Tecnica dall’Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato (IPIA), nelle due specializzazioni: Congegnatori meccanici ed Ebanisti-mobilieri.
Alla fine degli anni ’70, la Società Saifta entra in crisi, smette di sostenere economicamente l’Orfanotrofio e mette in vendita la struttura “Soie”. La Regione Valle d’Aosta, nel maggio 1980, accorgendosi dell’importanza e del valore dell’opera – che nel frattempo si era tanto sviluppata –acquista tutta la struttura educativa e la offre in gestione ai Salesiani.
Le attività scolastiche continuano, sviluppandosi nella scuola professionale, frutto della collaborazione dei salesiani con le ditte del territorio.
Dal 1997 il Centro di Formazione Professionale (CFP) offre corsi per falegnami, meccanici, grafici.
Nel 2004 il CFP offre corsi per impiantisti elettrici e anche corsi post diploma.
Dal 2006 ci sono corsi per impiantisti elettrici, meccanici, corsi post diploma e meccanici d’auto.
A partire dall’anno scolastico 2010-2011, con la riforma Gelmini, l’Istituto Professionale passa da percorso triennale a percorso quinquennale.

Attualmente la Casa Salesiana, chiamata l’Istituto Orfanotrofio Salesiano “Don Bosco”, ha vari ambiti educativi:
– un Centro di Formazione Professionale: corso triennale di motoristica d’auto e carrozzeria; corsi per lavoratori e imprese (corsi di formazione iniziale post diploma diurni e serali di aggiornamento per occupati), che fanno parte della federazione CNOS/FAP Regione Valle d’Aosta, nata nel luglio 2001;
– un Istituto Professionale per l’Industria e l’Artigianato (IPIA), con due indirizzi: MAT (Manutenzione Assistenza Tecnica-meccanica); PIA (Produzione Industria Artigianato-Made in Italy-legno);
– una Scuola Media, scuola secondaria di primo grado, paritaria, che accoglie ragazzi/e della media-bassa valle;
– un Convitto Don Bosco, riservato agli studenti frequentanti l’IPIA, che ospita dal lunedì al venerdì i ragazzi provenienti dal vicino Piemonte o dalle vallate.

La preparazione di questi giovani è affidata a una comunità educante, che ha come primi protagonisti la comunità salesiana, i laici docenti, educatori, collaboratori, e anche i genitori e i gruppi della famiglia salesiana (cooperatori, exallievi).

L’attenzione educativa non si è fermata però solo alla preparazione umana e professionale per formare onesti cittadini, ma anche per fare dei buoni cristiani.
Anche se gli spazi della casa – essendo troppo piccoli – non permettono di svolgere le attività di formazione cristiana, si è trovata una soluzione per queste e per le celebrazioni importanti. Più in alto e a poca distanza della Casa Salesiana di Châtillon si trova l’antica parrocchia San Pietro (attestata già dal XII secolo), che ha una grande chiesa. L’accordo con la parrocchia ha portato molti frutti, inclusi quelli della propagazione della devozione alla Madonna di don Bosco, Maria Ausiliatrice, invocazione cara ai salesiani. Il frutto di questa devozione si è manifestato anche nel ritrovo della salute di varie persone (Blanchod Martina, Emma Vuillermoz, Pession Paolina, ecc.), attestata dagli scritti dei tempi.

Il desiderio sincero di fare il bene da parte di tutti coloro che hanno dato il loro contributo allo sviluppo, ha portato al successo di quest’opera salesiana.
Prima di tutto gli imprenditori che hanno capito la necessità e importanza dell’educazione dei ragazzi a rischio, e nello stesso tempo hanno promosso la formazione di possibili futuri dipendenti. Non hanno solo offerto le loro strutture, ma hanno anche sostenuto economicamente le attività educative.
Poi la saggezza delle autorità locali, che hanno capito l’importanza dell’opera svolta in più di trent’anni e si sono subito offerti di continuare a offrire il sostegno a favore dei ragazzi e anche delle ditte del territorio, dotandole così di lavoratori qualificati.
Non da ultimo, si deve riconoscere il lavoro svolto dai salesiani e dai loro collaboratori di ogni genere che hanno fatto il possibile affinché non si spegnesse la speranza del futuro: i giovani e la loro educazione integrale.
Questa professionalità nella preparazione dei giovani, insieme con la cura delle strutture logistiche (aule, laboratori, palestre, cortili), l’accurata e costante manutenzione dei locali, il collegamento con il territorio, hanno portato a un ampio riconoscimento che si riflette anche nel fatto che una via e una piazza di Châtillon sono dedicate a san Giovanni Bosco.

Quando gli uomini cercano il bene sinceramente e si sforzano per conseguirlo, Dio dà la sua benedizione.

Da Editor BSOL

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